A che serve un termoventilatore?
Questo apparecchio è utilissimo per scaldare la casa, anche quando il nostro impianto di riscaldamento risulta inefficiente. Ovviamente non si sostituisce a questo, ma serve invece a integrare la sua azione. Si rivela particolarmente utile per esempio in caso di abitazioni di montagna – o case vacanze che non vengono vissute tutti i giorni – oppure quando l’accensione del riscaldamento avviene a livello condominiale (e quindi possiamo godere del tepore solo qualche ora al giorno). Infine è indispensabile nelle case grandi e dispersive, dove la sola azione dei termosifoni si rivela superflua, blanda.
Di preciso quindi possiamo sfruttare il termoventilatore per:
- scaldare al meglio la casa, quando la sola azione dell’impianto di riscaldamento principale risulta poco efficiente. Possiamo sfruttarlo specie in periodi particolarmente freddi, e negli ambienti che non si scaldano con troppa facilità;
- creare un clima confortevole in bagno, prima di fare la doccia per esempio, per non rischiare di ammalarsi o prendere colpi di freddo;
- stiepidire ambienti privi di un impianto di riscaldamento (come per esempio un box o un garage). Si usa soprattutto se dobbiamo restare nell’ambiente per poco tempo – magari per riordinare il garage, o per effettuare dei lavori hobbystici nel nostro box adibito ad atelier;
- rendere il clima domestico meno rigido nelle mezze stagioni, quando non ci conviene accendere l’impianto di riscaldamento – e vogliamo invece usare il termoventilatore solo nelle giornate più fredde.
Esistono modelli senza pale?
Le pale sono una componente fondamentale del termoventilatore. Tuttavia esistono anche dei modelli che ne sono privi. Si tratta di un’invenzione dell’azienda britannica Dyson, che è stata poi copiata da diverse altre aziende che si occupano della produzione di questi piccoli elettrodomestici. Questi apparecchi non sfruttano le pale per prendere l’aria e rimetterla in circolo, in quanto appunto ne sono sprovvisti. Al loro posto si usa quindi una turbina – integrata alla basa – che svolge praticamente la stessa funzione delle pale. Quindi questa risucchia l’aria dall’ambiente, e la convoglia poi nel grande anello sovrastante – dal quale poi ne riesce scaldata. Questo è possibile grazie alla resistenza presente che serve appunto a riscaldare l’aria che circola al suo interno.
Come si calcolano i consumi?
Di solito gli elettrodomestici che servono a generare calore sono contraddistinti da consumi prettamente alti. Anche i termoventilatori non fanno eccezione, così come tutti gli apparecchi che hanno una resistenza incandescente che serve a scaldare l’aria. Ma come facciamo, preventivamente, a capire quanto consumerà un termoventilatore?
Possiamo dire in linea generale che di media un termoventilatore ha un assorbimento energetico che va dai 1000 Watt ai 2000 Watt circa. Questo valore cambia anche a seconda del livello di potenza riscaldante che abbiamo selezionato. Se quindi teniamo sempre l’apparecchio al massimo i consumi saranno maggiorati. I modelli più potenti infatti possono arrivare a consumare anche 2400 Watt! Purtroppo anche in caso di modelli molto avanzati e super tecnologici queste soglie di consumi non si abbassano. Persino i modelli senza pale – comparsi da poco in commercio – non fanno eccezione.
Se vogliamo esser certi di non avere brutte sorprese in bolletta sarà meglio scegliere un dispositivo dotato del programma Eco. Si tratta appunto di una programmazione in grado di farci risparmiare molto in bolletta, in quanto alterna le varie potenze di lavorazione. Quindi avremo sempre aria calda e un ambiente tiepido, senza però lasciar lavorare sempre l’apparecchio al massimo delle sue capacità. Questo ci aiuta anche a conservare al meglio il dispositivo negli anni: se lavora a velocità alternate non sarà soggetto a uno stress eccessivo, e quindi non si fonderà preventivamente per via di questo.
Come è fatto un termoventilatore da parete?
I termoventilatori da parete sono quelli che possiamo dispongono di speciali attacchi che ci consentono di fissare il dispositivo al muro. La loro forma richiama molto quella di un normale condizionatore, in quanto si sviluppano in orizzontale. Altri modelli invece somigliano ai termoventilatori “da ripiano”, in quanto hanno una struttura più squadrata e uno sviluppo meno orizzontale. Questo modello è l’ideale in caso di poco spazio in casa, in quanto non dovremo averlo sempre in mezzo nella stanza. Anche in bagno si rivela molto utile: possiamo usarlo con tranquillità, senza rischiare che entri in contatto con l’acqua. Tuttavia dovremo decidere preventivamente in che stanza posizionarlo, in quanto una volta fissato non potremo spostarlo facilmente! Se abbiamo quindi intenzione di usare il termoventilatore secondo le nostre esigenze questo non è il modello che fa al caso nostro.
Di solito questi apparecchi hanno anche un telecomando, per riuscire a regolarne il funzionamento al meglio – senza arrampicarsi. Possiamo quindi metterli anche molto in alto, magari fuori dalla portata di bambini o animali domestici.
Qual è il modello migliore per il bagno?
La stanza da bagno è l’ambiente in cui più viene usato il termoventilatore. Specie in inverno fare una doccia o un bagno senza può risultare difficoltoso! Tuttavia non tutti i modelli si possono usare anche in bagno, e maggiormente per motivi di sicurezza. Infatti in bagno usiamo spesso l’acqua, sostanza che può alterare le funzioni del dispositivo, danneggiarlo irreparabilmente, o costituire un rischio per chi si trova nelle prossimità dello stesso. Come riconoscere quindi un apparecchio idoneo da uno che invece può risultare pericoloso?
- Innanzitutto le macchine apposite per il bagno di solito portano tale indicazione anche nel nome (caldobagno, scalda bagno, eccetera). Per controllarlo possiamo leggere attentamente la scheda tecnica del prodotto – dove spesso troviamo la scritta “idoneo per il bagno”;
- Dovremo poi assicurarci che il termoventilatore sia dotato di una protezione IP 21, e di un doppio isolamento. Queste due diciture ci indicano rispettivamente che: l’apparecchio è protetto da schizzi e colature di acqua, e che dispone di un doppio isolamento (per lo stesso scopo). Quindi l’acqua non ha modo di entrare in contatto con la resistenza, e quindi di creare danni;
- Sarà meglio poi che il termoventilatore sia dotato di una funzione anti ribaltamento. Questo significa che se dovesse cadere l’apparecchio, questo si spegnerebbe automaticamente. Anche tale funzione ci consente di fare un uso più sicuro di tale dispositivo. In questo modo infatti, anche se dovesse bagnarsi, l’apparecchio avrebbe il motore fermo.
Infine possiamo decidere di acquistare un termoventilatore da parete, per esser certi che questo non si bagni con facilità.
Pulizia e manutenzione: come si effettuano?
Pulire bene il termoventilatore è indispensabile, per mantenerlo al meglio negli anni – anche se non tutti lo sanno. Dovremo effettuare una pulizia assidua e giornaliera, ma anche uno sgrosso da eseguire periodicamente.
- Tutti i giorni basterà spolverare al meglio la struttura esterna del termoventilatore. Dovremo anche eseguire questa operazione prima di rimettere in funzione l’apparecchio, dopo averlo riposto nelle stagioni calde.
- Di tanto in tanto dovremo sganciare o svitare la grata protettiva delle pale, per accedere a tale componente. Puliamo bene sia le pale che la grata. Questa operazione è meglio eseguirla senza usare detergenti potenzialmente dannosi o abrasivi. Sarà sufficiente servirsi di un panno morbido – magari in microfibra o materiale simile – oppure di un’aspirapolvere con bocchetta a pennello.
- Se il nostro modello ne è provvisto sarà bene pulire anche il filtro anti polvere. Questo protegge la resistenza, e accumula e trattiene anche le polveri più fine. Per raggiungerlo al meglio dovremo rimuoverlo, pulirlo e poi rimetterlo al suo posto. Anche in questo caso useremo gli stessi strumenti di prima (ossia panno e aspira polvere). Se il filtro è in plastica invece possiamo sciacquarlo sotto l’acqua corrente. Ovviamente aspettiamo che sia ben asciutto prima di rimetterlo al suo posto – o rischiamo di fondere l’apparecchio.
Dove è meglio posizionarlo?
Di solito posizioniamo il termoventilatore nelle stanze che si scaldano più lentamente. Tuttavia prima di metterlo a posto è meglio fare attenzione a determinati dettagli. Quali sono di preciso?
- Prima di tutto consideriamo un punto dove il flusso d’aria possa essere diretto verso una direzione utile. Evitiamo quindi di metterlo in angoli troppo nascosti, o in punti non strategici. In caso contrario la sua azione sarà inutile!
- Poi accertiamoci di non ostruire il ventolino: deve agire indisturbato. Evitiamo quindi di mettere davanti mobili o tessuti, che possano ostacolare la sua azione;
- Evitiamo quindi di posizionarlo in punti dove siamo soliti passare, o in prossimità di zone che attraversiamo abitualmente. Così riduciamo al massimo il rischio di far cadere il prodotto, o di spingerlo e sballottolarlo sempre;
- Il cavo di alimentazione non deve mai essere eccessivamente teso. Infatti la distanza tra il termoventilatore e la presa di corrente deve essere minima. In caso contrario possiamo ricorrere all’uso di una ciabatta o di una prolunga;
- In ogni caso evitiamo che il dispositivo entri in contatto con l’acqua (anche schizzi). E poi facciamo in modo di tenerlo lontano dalla portata di bambini o animali domestici.
Come abbiamo detto se lo posizioniamo in bagno sarà meglio avere ulteriori accortezze. Usiamo quindi un apparecchio idoneo – come spieghiamo nelle FAQ precedenti – che sia dotato delle giuste misure di sicurezza.
Quanto rumore fa il termoventilatore?
Di solito quando pensiamo al termoventilatore ci viene subito in mente quel fastidioso ronzio che lo contraddistingue. Tuttavia gli ultimi modelli sono sempre meno rumorosi, e quindi più discreti da usare. Possiamo capire quanto rumore produce l’apparecchio leggendo e interpretando al meglio la scheda tecnica del prodotto. Di solito infatti il grado di rumorosità viene espresso in Decibel, e riportato sulle informazioni del prodotto. Se vogliamo che sia silenzioso dovremo scegliere un termoventilatore con un massimo di 40 dB. Questi modelli sono ideali anche per usarli in camera da letto, in modo tale che non disturbino il sonno di nessun componente della famiglia.
Per capire quanto rumore produce un termoventilatore con 40 dB basta pensare che tale soglia è quella registrata in una biblioteca! Quindi possiamo avvertire solo un leggero brusio, spesso neanche così distintamente.
Non tutti i modelli riportano di dB prodotti dall’apparecchio. Tuttavia quasi sempre c’è scritto se il dispositivo è silenzioso o meno. In caso contrario sarà da considerarsi una macchina abbastanza rumorosa – specie se scegliamo un modello passato, abbastanza vecchio – e quindi privo di tecnologie moderne.
Come so se il dispositivo è sicuro?
Essendo un apparecchio elettrico il termoventilatore deve essere sicuro, per poterlo usare in tutta tranquillità. Per riconoscere un apparecchio sicuro da usare dobbiamo far caso a delle funzioni determinanti. Per esempio è bene che il prodotto sia dotato di piedini anti scivolo, in modo tale che sia ben saldo alla superficie di appoggio. Se poi dovesse cadere è anche bene che ci sia la funzione anti ribaltamento. Tale caratteristica è utile specie in bagno, dove le superfici sono spesso umide o proprio bagnate. Se il dispositivo si rovescia su se stesso si spegne repentinamente, e in maniera automatica. Così non si rischia che il motore acceso entri in contatto con l’acqua, per esempio.
Se nell’apparecchio è presente un termostato di sicurezza questo si spegne quando è giunto a temperatura. Possiamo impostarla noi, e il termoventilatore si spegne da solo quando la stanza sarà giunta a tale livello di tepore. Questo ci permette anche di risparmiare in bolletta, in quanto sfrutteremo il termoventilatore solo quando realmente necessario. Con la funzione anti gelo invece l’apparecchio si attiva solo quando la temperatura nella stanza scende sotto i 5 gradi centigradi. Tale caratteristica è da apprezzarsi specie in caso di abitazioni di montagna, o nelle stagioni più rigide.
Quali sono le migliori marche?
Scegliere un articolo realizzato da un ottimo marchio è sempre sinonimo di qualità. Affidarsi a un brand leader nel mercato significa avere la certezza di acquistare un prodotto di buona fattura, ben realizzato, ed efficiente. Per non parlare poi della garanzia, che spesso è decennale, e del servizio di assistenza ai clienti – sempre pronto a rispondere a ogni nostra esigenza. Quindi se vogliamo un termoventilatore di marca possiamo affidarci alla De’Longhi (da sempre leader nel settore dei piccoli elettrodomestici), alla Imetec e alla Agroclima.
Queste sono le marche più affidabili, ma tuttavia ci sono anche molte aziende meno conosciute che producono ottimi termoventilatori. Il nostro consiglio è sempre quello di informarsi al meglio sul prodotto che intendiamo acquistare, magari anche leggendo le recensioni e i riscontri di chi lo ha già fatto.
Il prezzo è importante?
Il costo ovviamente è un fattore importante, in quanto il prodotto in questione deve per forza rientrare nel nostro budget. Tuttavia non dovremo guardare solo a quello prima di procedere all’acquisto! In linea di massima però i termoventilatori sono elettrodomestici piccoli, e quindi abbastanza economici. Solo in alcuni casi il prezzo può salire fino a sfiorare il centinaio di euro. Si tratta comunque di apparecchi sofisticati, e dotato di ogni sorta di comfort. In ogni caso se abbiamo bisogno di un piccolo apparecchio per scaldare un ambiente di modeste dimensioni, non ci sarà bisogno di spendere una fortuna. I modelli base infatti costano massimo 20 euro, e sono efficienti e durevoli nel tempo. Se invece vogliamo optare per un prodotto più sofisticato, magari con un design ricercato, possiamo arrivare a spendere fino a 100 euro.
A determinare l’aumento del costo ci sono caratteristiche come la struttura, la versatilità, il numero di funzioni, i materiali di costruzione, la portata, e così via. Anche il design è importante, pure se non tutte le aziende produttrici prestano attenzione a tale peculiarità.
Quanto scalda il termoventilatore?
Una delle prime domande che ci poniamo prima di acquistare un termoventilatore è: qual è la sua portata? Questo valore ci indica quanti metri cubi l’apparecchio è in grado di scaldare. Quindi per prima cosa sarà bene misurare l’ambiente in cui andremo a posizionarlo, per poi cercare un prodotto che sia efficiente. Spesso la portata è indicata nella scheda tecnica del prodotto, e si capisce da subito comunque se un termoventilatore sarà in grado o meno di scaldare un determinato ambiente. Tuttavia se l’apparecchio manca di queste indicazioni dovremo regolarci da soli. Basti sapere che con una potenza di 2200 Watt possiamo scaldare un ambiente di circa 70 metri cubi.
Evitiamo gli sprechi, e quindi misuriamo la stanza anche se piccola. Non prendiamo termoventilatori eccessivamente potenti, o rischiamo di creare un ambiente soffocante e afoso, insalubre. Evitiamo così anche di spendere inutilmente soldi in consumi.
Perché scegliere una resistenza in ceramica?
Quasi tutti i termoventilatori dispongono di una resistenza elettrica, che serve a scaldare l’aria che vi passa attraverso. Questa resistenza è formata da un filamento metallico, che viene attraversato da corrente appunto. Tuttavia oggi sta prendendo sempre più piede un nuovo tipo di resistenza, realizzata in ceramica. Il suo funzionamento è analogo a quello previsto per una normalissima resistenza. Anche questa viene attraversata quindi dalla corrente. Il suo vantaggio però è che si scalda molto più velocemente rispetto a una normale resistenza. Si fredda invece con più difficoltà, e quindi rimane calda per un lasso di tempo maggiore rispetto al modello precedente. Infine distribuisce il calore in maniera più compatta e omogenea.
Per tutte le motivazioni che abbiamo appena espresso tutti i modelli avanzati e di ultima generazione dispongono di una resistenza in ceramica. I modelli precedenti invece, che appartengono a una fascia di prezzo più bassa tra l’altro, hanno una classica resistenza elettrica con fili di metallo. Pare ovvio che un modello ceramico ha un costo superiore rispetto a un termoventilatore classico.